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      Sicché mi risparmi in avvenire, amatissimo signor Damiani, simili insulti, così poco da me meritati, e sia una volta pienamente persuasa che non può venirmi cosa da lei che carissima non mi giunga e gradita. Se fossimo entrambi sotto il cielo medesimo, si dileguerebbero subito tutti i suoi dubbi ed i miei: ella mi leggerebbe in viso le prove della verità che asserisco, ed io prenderei da' suoi consigli il coraggio che mi manca per decidere della sorte del mio Estratto e della mia versione. Già dalla violenta scossa che ha data alle mie repugnanze il suo scritto misuro l'efficacia che avrebbero quelle della viva sua voce: e procurerò di difendere dal mio irresoluto temperamento le ardite disposizioni delle quali l'ultima amorosa sua lettera sento che ha saputo fornirmi.
      Ho non men caro che solido argomento di lusingarmi che lo stato di sua salute sia men critico di quel che dee per altro parere a chi attualmente lo soffre: poiché la fissa e profonda meditazione che esige la lettura di ciò che ha eccellentemente scritto ed in versi ed in prosa l'impareggiabile mio signor Mattei sopra i libri poetici della Bibbia mi fa riflettere che un'anima a cui non manca il vigore necessario a ricercarvi e rinvenirne i più riposti e preziosi tesori, e che ha tuttavia una così sensibile e vivace attività a compiacersene, non può per natura trovarsi deplorabilmente alloggiata. Le giustissime lodi con le quali ella esalta questo insigne letterato a cui son debitore di così affettuosa e dichiarata parzialità, lusingano all'eccesso il mio amor proprio, perché quanto più si rende chiaro il merito del mio fautore, tanto più me illustra il suo voto.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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