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      Continuate così, ed io vi entro mallevadore di una distinta graduazione nella repubblica delle lettere. Addio, mio amatissimo Rovatti. Non vi sollecito ad amarmi perché non mi crediate ingrato alle tante prove che vi compiacete di darmi d'averlo sempre fatto e di farlo sempre, verità che dalle mie nuove istanze parrebbe revocata in dubbio: ma vi assicuro in vece che voi ne siete da me ampiamente contraccambiato, e ch'io sarò eternamente.
     
     
     
      2211
     
      A TOMMASO FILIPPONI - TORINO
     
      Vienna 11 Ottobre 1775.
     
      Voi potete provare, mio caro signor Filipponi, un quasi immemorabile e mai non interrotto possesso della mia tenera amicizia, e dovete figurarvi qual consolazione debbano recarmi tutti gli argomenti che voi mi andate di tratto in tratto somministrando nelle graditissime vostre lettere dell'affettuosissimo contraccambio che costantemente me ne rendete, e dovete sentir per consenso tutti i moti che mi ha cagionati nell'animo la lettura dell'ultimo vostro amorosissimo foglio; onde non mi affanno a spiegarveli né ad inculcarvi la continuazione, poiché né voi né io su questo punto abbiam più la facoltà di cambiar di sistema.
      Voi siete costì fra i festivi e regii trattenimenti nuziali; e noi non abbiam qui cagion d'invidiarvi, godendo il soggiorno del Serenissimo arciduca Ferdinando e dell'adorabile arciduchessa sua consorte donna Beatrice d'Este, principessa che ha saputo conciliarsi il rispetto e l'amore di tutti gli abitatori di queste contrade dai più umili ai più elevati. Le magnifiche numerose ed allegre dimostrazioni con le quali la nostra Corte onora ed adorna la presenza di così grandi ospiti e così cari sono veramente imperiali; ma pur voi ci superate di molto nella gara di felicità perché conserverete voi i vostri acquisti, e noi non siam lontani dal duro momento di perdere i nostri.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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