Ma pensi per altro, amabilissima signora donna Eleonora, che non è sempre sano consiglio il fidarsi così di leggieri alle suggestioni dell'estro quando esso è ne' suoi parossismi. Osservi a qual ingiusto ed ingrato trascorso l'ha spinta contro la povera benemerita gonna femminile, che tanti somministra al bel sesso comodi, preminenze, ornamenti e decoro. E per qual mai colpa o difetto? Perché la gonna è un impaccio a' suoi immaginati viaggi: ed a che mai diretti? o a correre a dispetto de' vampiri del tepido Sebeto all'agghiacciato Danubio, solo per esaminar da vicino una misera anticaglia romana che casualmente vi si ritrova, e che da lei, benché lontana, è già conosciuta abbastanza; o d'andar visitando per l'Asia e per l'Africa fin le tane de' Trogloditi per combinar filosoficamente le varie inclinazioni e costumi de' viventi; e facendo così una minuta analisi dell'umanità, rendersi atta (come vanamente ella spera) a formarsene alla cartesiana un'idea chiara e distinta. Imprese entrambe inutilissime almeno: poiché l'anticaglia, di cui tanto ella è curiosa, non val certamente il disagio di così lungo tragitto: anzi diverrebbe appresso lei di pregio anche minore veduta con gli occhi propri di quello che presentemente le sembra postale innanzi dalla felice sua immaginazione, che abbellisce tutto quel che figura. L'impresa poi di rendersi abile a definir giustamente questo strano composto di contraddizioni che si chiama uomo è da contarsi fra le impossibili, poiché non credo che ve ne abbia neppur uno che d'istante in istante non si mostri dissimile da se medesimo.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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