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      AD AURELIO DE GIORGI BERTÒLA - SIENA
     
      Vienna 18 Marzo 1776.
     
      Il vivo ritratto che, con visibile sua compiacenza, mi ha più volte fatto il degnissimo nostro comune amico signor conte Bolognini dell'amabile costume di Vostra Paternità illustrissima, quello che mi hanno presentato de' suoi rari talenti i vari saggi poetici o da lei trasmessimi o altronde a me pervenuti, e la gratuita sua ostentata parzialità per gli scritti miei, mi han reso da gran tempo e debitamente già suo, ma la mia gratitudine non ha influenza alcuna nella giustizia ch'io rendo al suo floridissimo ingegno, poiché non saprei trattenermi di dirne lo stesso quando ella, per mia sventura (quod Deus omen avertat), mi divenisse nemica. Onde, senza chiamar a consiglio nel mio giudizio e l'obbligo e l'affetto che a lei mi lega, asserisco candidamente ch'io trovo in lei tutto ciò che bisogna per aspirare a qualunque le piaccia più luminoso luogo in Parnaso, purché la sua docilità non l'induca a declinar dall'ottimo limpidissimo suo stile naturale per adottar quello di taluni che, pensando per altro egregiamente, voglion render misteriosi i loro pensieri ravvolgendoli in una nebbia così densa che fa divenir oscuro ciò che per se stesso è chiarissimo. So bene assai che questa specie d'avvertimento è affatto superfluo con esso lei, poiché ci ha dimostrato col fatto che quando ella si è proposto in esempio alcuno di cotesti dottissimi ma nuvolosi scrittori l'ha ben la rara sua abilità secondata nell'emularne la robustezza, ma non le ha permesso il suo buon senso d'imitarne le tenebre.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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