La generosa ed affezionata memoria che di me conserva cotesto veneratissimo signor ambasciatore Durazzo, se non è dovuta al merito mio trova almeno nel mio grato e costante rispetto quel pieno contraccambio che fra' suoi può darsi e i miei pari. Vi prego di non lasciargli ignorare questi miei non men candidi che dovuti sentimenti: continuate la prudente cura dell'animo vostro: non vi stancate di riamarmi, e credetemi sempre.
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A GIAMBATTISTA PISANI - PALLANZA
Vienna 13 Maggio 1776.
Il porgerci vicendevolmente la mano è una delle leggi più sacre alle quali ci troviamo sottoposti nascendo: e non è degno di vivere chi è insensibile al piacere d'esser utile ad un suo pari, massimamente quando si tratti di secondare le felici disposizioni d'un individuo che, non negletto, potrebbe divenir membro utile e glorioso dell'umana società. Ma questa conosciuta verità, riverito mio signor Pisani, che c'informa degli obblighi nostri, non ci fornisce sempre delle facoltà di adempirli. Se fosse V. S. illustrissima qui presente e vedesse con gli occhi propri le difficoltà di conseguire ciò ch'ella desidera, se potesse misurar presente gli angusti limiti della mia sufficienza, la scarsezza delle situazioni alle sue circostanze opportune, e le potenti opposizioni che incontrerebbe ne' suoi rivali, nella sua per altro invidiabile gioventù, e nella qualità di forestiere, approverebbe la mia ingenuità, che più tosto che venderle fumo con suo pregiudizio le confessa ch'io mi sento vivissimo desiderio di divenire abile a sodisfarla, ma non so concepir la minima speranza di conseguirlo.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Durazzo Pisani
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