Io gliela cedo di buona voglia senza cimentarmi a difenderla; ma non le perdonerò però mai la soperchieria di tentarmi di vanità, ch'è il debole de' poeti, sinché non mi riesca di scoprire qual è veramente il suo, e ch'io possa allora vendicarmi imitandola: sarà forse vana ma lunga certamente l'inchiesta e difficile; onde senza deporne il proposito, soddisfo intanto al preciso mio debito di renderle conto delle sue commissioni.
Subito che intesi ritornato in Vienna il duca signor don Giovanni di Braganza, corsi al suo non vicino alloggio suburbano con la nobile compagnia del custodito Orfeo per farne l'impostami presentazione. Il signor duca non era in casa, onde gli lasciai il libro ed i miei rispetti, molto in collera con la Fortuna che mi obbligava a replicare il viaggio; ma questa, forse per non tirarsi addosso di nuovo le mie imprecazioni, me ne risparmiò l'incomodo facendomi incontrar pochi giorni dopo col degnissimo pellegrino nell'augusta assemblea che radunasi due volte per settimana colla presenza di questi clementissimi sovrani nel delizioso loro soggiorno di Schönbrunn.
Dopo le prime affettuose accoglienze proruppe impaziente il signor duca nelle giuste lodi dell'Orfeo, assicurandomi d'averlo attentamente letto e provandomi la sua asserzione col rammentarne i passi più splendidi. Entrò quindi negli elogi di lei, e mi liberò del timore d'essergli importuno colle numerose mie richieste intorno alle circostanze dell'amabilissima Musa del Tago; anzi prevenendo con visibili compiacenze le frette della mia curiosità, mi impose di renderle grazie infinite del dono, e di pregarla d'attestare a cotesto signor don Vito Caravelli l'infinito gradimento ch'ei protesta alla di lui obbligante memoria.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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