Io sto facendo raccolta di rigore per incominciar la mia vendetta contra di lei dal nuovo suo dramma, che mi troverà con un ceffo da Radamanto. So ch'ella si ride delle mie minacce; ma farebbe meglio a pensare a placarmi: che non sarà poi tanto difficile, non potendo io non esser eternamente.
P. S. Non trascuri di far presente il mio ossequio al degnissimo signor de Sá.
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A DANIELE FLORIO - UDINE
Vienna 14 Agosto 1776.
Feci consegnare ier l'altro a questo signor abate Agostini, autorizzato corrispondente di V. S. illustrissima, un esemplare d'una mia ode scritta sulle delizie di Schönbrunn per clementissima insinuazione, più efficace di qualunque preciso comando, dell'augustissima padrona; perché questo mio componimento servisse di scusa autentica della mia involontaria tardanza in rispondere all'ultima sua obbligantissima lettera. Eccomi dunque a congratularmi seco del suo superbo sonetto sul tremuoto, che abbiamo letto, riletto ed ammirato in casa Figuerola: ed io, impaziente di comunicarlo a tutto il mondo, ho trovato altri che, avendone già altronde copia, erano egualmente impazienti di farmene parte. Me ne congratulo seco, argomentandone il suo giovanil vigore, che per lunga età ancora le auguro e le desidero.
Dalla casa del signor conte Camillo Colloredo né altronde non è ancora a me pervenuta cosa alcuna della quale io possa darle conto: né ho potuto informarmi dal signor conte di Rosemberg dello stato nel quale si trovi l'affare della permissione da lei desiderata: non essendomi incontrato col suddetto cavaliere se non se nella Corte, dove esercitando egli il suo illustre impiego appresso l'augustissima sovrana, non era da me accessibile.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Radamanto S. Non Agosto Agostini Schönbrunn Figuerola Camillo Colloredo Rosemberg Corte
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