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      Mi conservi la preziosa sua antica parzialità, continui a prevalersi del dichiarato favor delle Muse, e non cessi mai di credermi con la solita ossequiosa stima.
     
     
     
      2253
     
      A VINCENZO DAMIANI - VOLTERRA
     
      Vienna 22 Agosto 1776.
     
      L'amara perdita d'un così degno, così antico e così caro amico quale mi era il signor abate Mattia Damiani suo zio m'ha trafitto nel più vivo del cuore, benché non mi abbia sorpreso avendola così lungo tempo temuta. Argomentando dal mio la misura del suo dolore, mi desidero altri mezzi per sollevarla che le usate ufficiose consolatorie, che rendono presenti le perdite senza ristorarle. Se mi si presenterà occasione di esserle utile nella sfera della mia attività, io procurerò di convincerla a qual segno sia per me cara la memoria d'un meritevolissimo amico, che mi ha dati così indubitati segni dell'amor suo. Non trascuri ella d'imitarlo anche in questo, come io non lascerò mai d'essere con la dovuta affettuosa e divota stima.
     
     
     
      2254
     
      AD ANTONIO EXIMENO - ROMA
     
      Vienna 22 Agosto 1775.
     
      La mia pigrizia, che peraltro nell'età in cui mi trovo è purtroppo divenuta ormai più che legittima scusa, non è stata la sola cagione della tardanza di questa risposta alla savia, dotta ed affettuosa lettera di V. S. illustrissima dello scorso giugno, lettera che basta sola per farmi concepire la vasta estensione de' suoi talenti, il valor dell'ampio tesoro di cui la sua mirabilmente indefessa applicazione ha saputo arricchirli, il sapere d'Orazio, cioè l'ottimo giudizio che regna in tutto ciò che ella pensa e scrive (pregio che sempre è stato il men comune anche fra' sommi scrittori), e soprattutto poi il debito d'una grata ed esatta corrispondenza di cui mi carica la visibile, eccessiva, anzi tenera parzialità della quale egli onora e me e gli scritti miei: ma un desiderio, dimostratomi senza comando, dell'augustissima padrona, ch'io scrivessi qualche verso sopra la sua deliziosa imperial residenza di Schönbrunn, mi ha obbligato a correre inaspettatamente in Parnaso, ed a riportargliene sollecitamente in tributo i pochi fiori ch'ho potuto raccogliere in quelle basse falde oltre le quali non è a me permesso di sollevarmi.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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