Avrebbero purtroppo l'opere mie gran bisogno di correzioni; ma come immergermi in questo mare? Ho troppo stancato il pubblico con la moltiplicità delle mie ciance canore; ed oltre il vigore e la pazienza che mi manca per riandarle, mi converrebbe combattere col mio vizioso temperamento, che mi fa dubitar sempre di me medesimo: e non già per eccesso di modestia ma per insaziabilità dell'amor proprio, che fa spesso trascurar il buono per correre dietro al perfetto, e che mi porrebbe nell'evidente rischio di peggiorarle. Aggiunga a tutto ciò che la pubblicità della stampa mi ha sempre imposto un così efficace rispetto che, senza l'inevitabile necessità del mio impiego, o nulla o ben poco avrei ardito d'avventurar del mio a tal cimento: eccogliene una prova. Ho già da alcuni anni intrapreso e compiuto un Estratto della Poetica d'Aristotile, in cui capo per capo confesso quello che ho potuto intenderne e quello che mi è rimasto oscuro malgrado le spiegazioni de' più illustri comentatori: ho cercato di rendermi più chiara la natura della poesia, dell'imitazione e del verisimile. Con l'esame del teatro greco e latino ho dimostrato i falsi fondamenti d'alcune regole de' moderni maestri; ed ho, secondo le occasioni che il testo ne somministra, espresse alcune verità che la pratica di cinquanta e più anni non mi ha permesso di travedere.
Prima ancor di quest'Estratto avea io già scritta in verso sciolto un'esatta versione italiana della Poetica d'Orazio con la più scrupolosa fedeltà e guarnitala di note non comuni e non fastose, ma necessarie: e pure questi due da gran tempo già terminati lavori, a dispetto delle sollecitazioni degli amici, dormono tuttavia tranquillamente nel mio scrigno e così vi dormiranno, non potendo in conto alcuno dispormi all'ardita risoluzione di pubblicarli.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Estratto Poetica Aristotile Estratto Poetica Orazio
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