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      Riguardo poi al principale argomento della moderna musica, io son del suo parere e convengo che a confronto dell'antica la nostra è sterile di quegli effetti prodigiosi che quella produceva secondo la testimonianza di Platone. Di fatti la nostra musica stempera gli animi, essendosi così eccessivamente alterata che non si riconoscono più in lei le tracce della verisimilitudine e della naturale espressione. Eppure in oggi presso quasi tutte le nazioni è l'idolo dominante per la forza dell'uso ch'è insuperabile, e perché si giudica più cogli orecchi che colla ragione. Le modulazioni di voce cotanto sminuzzate e il concerto de' vari strumenti solleticano il senso a tal segno che resta ammollito e quasi ammaliato da quei lunghi e rapidissimi trilli, i quali non son differenti da' gorgheggi di Filomela, ma dilettano meno perché son men naturali. Il piacere di ragionar seco mi trascina senza avvedermene; e compiacendomi di questo trasporto mi auguro quello del tenero amor suo, nel mentre immutabilmente mi riaffermo.
     
     
     
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      A PAOLO BINDI - ROMA
     
      Vienna 9 Settembre 1776.
     
      Sodisfo al doppio mio debito, e d'informarla del prospero stato di salute che piace alla misericordia divina di lasciarmi godere, ed a quello di ricordarle i giusti sentimenti di gratitudine ch'io conservo alla costante parzialità che ella ha fin ora dimostrata nell'attentamente favorirmi: e nell'atto di pregarla a continuarmela mi auguro occasioni di potergliene rendere qualche contraccambio nell'esecuzione di alcun suo comando, confermandomi intanto con la più grata e sincera stima.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Platone Filomela Settembre