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A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - BOLOGNA
Vienna 30 Settembre 1776.
Non per presentarvi un insipido frutto dei mio esausto terreno, ma per sodisfare agl'inviolabili dritti della nostra gemellaggine, io vi mandai nell'uscir dal torchio la mia ode di Schönbrunn, affinché la distinzione d'esser voi costì il primo ad averla supplisse in qualche parte al difetto di merito che pur troppo si trova nel mio lavoro. Non accompagnai con la lettera il mio povero dono, perché avrei dovuto far lo stesso con diverse altre persone creditrici del mio rispetto e della mia gratitudine, ed il tempo che l'opera avrebbe occupato avrebbe defraudata la mia attenzione del pregio della sollecitudine. L'eccessivo, in oltre, clementissimo gradimento, del quale ed in vece ed in iscritto ed in atti di generosa munificenza ha dati pubblici segni l'augustissima mia sovrana, mi avea così giustamente ripieno di contento e di confusione che non fui per lungo spazio capace di rimettere in assetto l'animo mio. Non mi rinfacciate dunque, caro gemello, il mio innocente silenzio; tanto più che al vostro cuore, in simil caso, sarebbe avvenuto lo stesso. Contraccambiai col nostro Poggi la rimessa de' baci che già per suo mezzo m'inviaste: ed egli è debitore di rimborsarvi in contanti quando rivedrà una volta la torre degli Asinelli. Intanto voi pagatene a conto mio un paio di centinaia, accompagnate da altre e tante proteste della mia divota osservanza e distinta stima, al caro e degnissimo mio signor abate Taruffi, che ho sempre presente, e a cui auguro una resipiscenza della Fortuna, che fa oggi vergognosamente pompa della sua inimicizia col merito.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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