Sicché continui, mio caro signor conte, siccome ha incominciato, a virtuosamente coltivarla, e V. S. illustrissima si renderà debitrice della sua tranquillità solamente a se stessa.
Ho trovata poi nella lettera del signor Martines una nuova ode scritta da V. S. illustrissima in lode mia, non solo meravigliosa per i suoi meriti poetici, ma perché scritta da lei tra i più violenti tumulti dell'animo suo. Fenomeno che mi serve di prova dell'invidiabile padronanza ch'ella ha sopra se medesima, e mi promette vicina la perfetta calma ch'io le desidero. Io sento di quanto son debitore all'amor suo e lo misuro dagli eccessi ai quali lo fa trascorrere a favor mio, ma non creda che il mio amor proprio mi acciechi a segno di credermene meritevole e di pubblicar io medesimo con la stampa i panegirici miei, confessando un'arroganza della quale io non mi sento colpevole esaminando il mio interno. Mi renda in questa parte maggior giustizia, amatissimo mio signor conte, e mi creda più degno dell'amor suo e miglior conoscitore di me stesso. Addio. Si conservi all'onor del Parnaso ed alla vera tenerezza, alla gratitudine ed al rispetto di chi sarà invariabilmente.
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A SAVERIO MATTEI - NAPOLI
Vienna 21 Novembre 1776.
È un obbligante tratto della vostra costante amicizia, mio caro signor don Saverio, la cura da voi presa d'informarmi sollecitamente dell'improvviso cambiamento di scena succeduto in cotesta Corte con tanta gloria e vantaggio del nostro degnissimo signor marchese della Sambuca, a cui si apre un vasto teatro dove mettere in esercizio le virtuose disposizioni dell'animo suo ed i suoi talenti a beneficio di cotesti favoriti dal Cielo felicissimi regni.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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