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      È vero che il fu signor Conti nell'anno 1773 con diverse sue lettere mi sollecitò a comunicargli ciò ch'io potea raccogliere d'inedito fra gli scritti miei, ed è anche vero che giunse a vincere a segno le mie repugnanze con la seduttrice offerta d'una edizione emula a quella magnifica del Goffredo del Tasso, che, sopraffatto dalla debolezza paterna di veder i figli miei signorilmente abbigliati, io condescesi ad assicurarlo di compiacergli quando fossi convinto della possibilità della troppo dispendiosa impresa con l'incontrastabile argomento di vederla antecedentemente in tutto, o in parte almeno, eseguita. Ma egli mi guarì ben presto del mio eccesso di vanagloria facendomi conoscere ch'ei non desiderava da me le cose inedite se non se per pubblicarle subito in seguito d'una picciola, povera e confusa edizione in sei volumi in dodicesimo, data da lui poc'anzi alla luce, e così facilitarne lo spaccio: onde, ritornato io perfettamente in salute, deposi ogni ambizioso pensiero e sciolsi ogni trattato per mai più non riassumerlo.
      In questa risoluta e tranquilla disposizione di animo mi ha ritrovato il cortesissimo foglio di V. S. illustrissima. Da questa ella ben vede che non è sufficiente a rimovermi il solo desiderio che si accresca la già pur troppo numerosa serie delle pessime, imperfette, o al più mediocri edizioni degli scritti miei; ed alieno ed imperito affatto come io sono d'ogni specie di traffico letterario, non so come un accorto editore possa avventurarsi all'enorme dispendio ch'esigerebbe una ristampa efficace a vincere le forse riprensibili, ma sempre nascenti mie repugnanze.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Conti Goffredo Tasso