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      Ma in cotesta sua magistrale e perspicace perizia, che così timido ragionevolmente mi rende, io fondo, appunto per consolarmi, la speranza che nella lettura de' poveri scritti miei non sarà almen sfuggito a Vostra Altezza il lodevole desiderio che ho sempre nutrito di abbeverarmi alle antiche venerate sorgenti, e (per quanto permette a' dì nostri l'enorme cambiamento di gusto, di costumi e d'idee occorso nel lungo giro di tanti secoli) di calcar sempre le tracce de' primi insigni maestri, a' quali, senza taccia d'ingratitudine, non possiam negarci noi debitori di tutta la nostra gloria poetica.
      Con l'eloquente numerazione delle molte sublimi qualità che a gara dell'elevato suo grado nell'Altezza Vostra risplendono, mi ha perfettamente istruito della somma venerazione che da me ad esse e da ciascuno è dovuta il signor abate Panzini, secondando egli non meno la propria nel ridirle che l'avida mia compiacenza nell'ascoltarle. A così eccellente benevolo commissario hanno le mie preghiere appoggiata la cura di esporre degnamente all'Altezza Vostra i più vivi e sinceri sentimenti del mio grato e profondo rispetto, di andar alimentando nell'animo suo, già per me così favorevolmente disposto, quella benigna propensione che con tanta generosità mi dimostra, e di conservarmi così l'invidiabile privilegio di poter sempre quind'innanzi onorar me stesso vantandomi.
     
     
     
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      A MATTIA VERAZI - MANNHEIM
     
      Vienna 29 Marzo 1777.
     
      Sul proposito del dramma musicale tedesco parla così saviamente V. S. illustrissima nella cortese sua lettera del 15 del corrente, che non mi lascia riflessione da suggerirle.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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