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A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - BOLOGNA
Vienna 21 Aprile 1777.
La vostra amorosissima replica del dì 8 del corrente non mi permette, caro gemello, di restare in quel silenzio al quale purtroppo mi autorizza l'indiscretezza de' miei tumulti ipocondriaci che, contro l'espettazione, mi ha rinnovati il ritorno d'un altro inverno che ci ha obbligati a ricorrer di bel nuovo alla protezione delle stufe abbandonate. La lettura della vostra lettera ha avuta molto maggiore efficacia a rasserenare il mio caliginoso umore di tutti gli antidoti filosofici, che promettono tanto e giovano così poco. Ho conosciuto quanto mi sian care le elette e saporite merci delle quali mi avete arricchito dalla avara repugnanza che ho dovuto superare nel farne picciola parte a persona a cui son debitore della più sincera riconoscenza: ma è stata ricompensata la pena del sacrificio dal sensibilissimo piacere che mi han cagionato e le approvazioni del largo, delicato ed affettuoso dono, e i giusti elogi che in tale occasione si sono rinnovati di tutte le amabili, anzi ammirabili qualità del mio caro gemello, delle quali, con mio sommo contento, trovo tutto il mondo informato.
Son confuso e superbo della parziale benignità con cui mi riguarda cotesto veneratissimo signor cardinale Buoncompagni. E perché voi siate giuridicamente autorizzato a procurarmene la continuazione con le opportune e replicate proteste del mio grato, dovuto e profondo rispetto, vi dichiaro solennemente in questo per me importantissimo affare mio procuratore con l'alter ego.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Buoncompagni
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