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      Con quel laconismo a cui mi costringono le fisiche mie circostanze rispondo al primo, con un poco di rossore, che un editor di Parigi, perch'io condescenda a consegnargli le mie cose inedite, ha sorpresa la paterna mia debolezza con l'offerta d'una magnifica ristampa, avvalorando la tentazione con le stampe, che mi ha fatto capitare, de' rami principali di undici drammi già mirabilmente intagliati ed impressi con la più esatta eleganza. La seduttrice idea di vedere i miei figliuoli in così luminoso corredo, e la lusinga che lo splendor delle vesti possa procurar loro qualche riguardo, mi ha indotto a rispondergli che quando la difficile e dispendiosa impresa si vedrà da me tanto innoltrata che non possa più probabilmente arrestarsi, io non tralascerò di compiacerlo. Ma confessandole candidamente lo stato dell'animo mio non so bene se presentemente io più desideri che la condizione adempita appaghi la mia vanità, o se, scoperta ineseguibile, secondi le mie repugnanze.
      Nel voler rispondere al secondo oggetto della sua lettera, oggetto che interessa con le private di lei le pubbliche ragioni di tutto il nostro Parnaso, m'avveggo che la materia è con somma ragione tanto a V. S. illustrissima rincrescevole che, per non riandarla, impone, per bocca di Virgilio, un prudente silenzio a se stessa: onde, rispettando io la sua ben giusta sensibilità, evito col suo esempio l'occasione d'irritarla. E ricordandole che le consuete irregolarità della Fortuna possono ben produrre danno, ma non oltraggio, la prego a non istancarsi di riamarmi e di credermi veracemente.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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