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      Onde quando il rivedrete rendetegli grazie a mio nome della commissione non sollecitamente ma affettuosamente eseguita.
      Addio, caro gemello: conservatevi gelosamente e per voi e per me, e per quei veri motivi che nella mia ultima con tutto il core vi espressi, e che voi, per effetto di gratitudine e d'innata bontà, con tanta usura mi rendete. Io gradisco le vostre espressioni panegiriche come traveggole amorose che fanno esser voi il mio come io sono il vostro fedelissimo gemello.
     
     
     
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      A GIOACHINO PIZZI - ROMA
     
      Vienna 29 Settembre 1777.
     
      Illustre arcadico archimandrita, per economia di modestia io sfuggo a bello studio, mio tanto caro quanto riverito Nivildo, di trattenermi su i seduttori encomi de' quali mi onorate nell'ultimo vostro obbligantissimo foglio, capaci di far perder l'equilibrio a qualunque filosofica moderazione. Ma non lascio però di compiacermene perché concepisco in essi quale e quanto sia per me l'amor vostro giungendo ad abbagliare a tal segno l'esatto giudizio d'un vostro pari. Onde all'affare.
      Voi non ignorate a qual genere di poesia la Providenza mi ha destinato: sapete che l'impiego, nel quale per mia buona sorte mi trovo, per brevi e ben rari momenti mi ha lasciato l'arbitrio di cambiar con la lira la tibia: onde ben pochi lavori del genere che voi desiderate sono usciti dalla mia penna, e questi pochi sono divenuti nascendo di ragione del pubblico: sicché per secondar le vostre premure converrebbe armar di nuovo la lira, impegno troppo fuor di stagione per l'età mia e per il rischio in cui sempre sono d'esser sorpreso da qualche sovrano comando.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Settembre Nivildo Providenza