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      Conservatevi, mio caro signor Grisi, perché non si scemi lo scarsissimo numero de' buoni: rendete per me grazie agli amici che mi onorano della loro memoria. Né cessate di credermi.
     
     
     
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      A GIUSEPPE CERRETESI - NAPOLI
     
      Vienna 13 Ottobre 1777.
     
      E con qual dritto, mio signor Cerretesi, potete mai pretendere ch'io mi astenga d'invidiarvi? (Di quella invidia per altro che non ha mai per oggetto lo svantaggio altrui, ma l'innocente desiderio di sapervi imitare come vi ammiro.) Chi non si augurerebbe quel dispotico dominio che voi siete in possesso di esercitar sopra voi stesso a dispetto di tante legittime ragioni d'affliggervi conservando la limpida serenità dell'animo vostro nell'atto medesimo che state pagando alla Natura le più tormentose pensioni ch'ella ha imposte all'infelice nostra deplorabile umanità? Non crediate ch'io trascuri i soliti specifici rimedi che sogliono suggerirsi agl'ipocondriaci miei colleghi: mi occupo anch'io; confugio anch'io ad litterulas, come facea Cicerone: anch'io come Ovidio
     
      Detineo studiis animum, falloque dolorem:
      Experior curis et dare verba meis.
     
      Ma con tutto ciò mi trovo sempre molto lontano dall'invidiabil grado della vostra filosofica equanimità Quando io veggo come voi sapete fornir d'abbondante materia, dalle miniere della vostra ricchissima fantasia, così la sciolta come la legata vostra eloquenza, e come mirabilmente divengano tra le vostre mani pingui, floridi ed ubertosi i più sterili, i più meschini e più spolpati argomenti, io mi arrossisco della mia inabilità e dispero d'approfittarmi dell'esempio.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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