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      Oh che Dio vi perdoni l'inutilissima cura di conservar come fate, le purtroppo familiari mie lettere, e vi difenda dal peccaminoso pensiero d'aggravarne la povera posterità, alla noia della quale non sono certamente da me destinate. S'io avessi la vostra penna l'impiegherei ora, per dissuadervene, nel lavoro d'una prolissa orazione in genere deliberativo, con tutte le regole d'una fiorita rettorica; ma non solo quella mi manca: anche la mia travagliata testa non mi permette simili imprese, e non fo poco se laconicamente vi rendo grazie, vi abbraccio, vi ammiro e mi confermo.
     
     
     
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      AL CONTE BORCH - NAPOLI
     
      Vienna 28 Ottobre 1777.
     
      La festiva, vivace, ingegnosa ed obbligantissima lettera di cui V. S. illustrissima si è compiaciuta onorarmi, mi fa fede dell'infinito merito del libro scritto dalla medesima penna, e del quale mi destina l'invidiabil dono: onde io me ne prometto, anzi incomincio quasi a gustarne il profitto ed il piacere che me ne cagionerà senza fallo la deliziosa lettura, quando sarà giunto alle mie mani. La signora Martines ancora, superba della gentil memoria che V. S. illustrissima conserva di lei e della sua limitata abilità, procurerà con la sua intensa e replicata attenzione di supplire alla mancanza ch'ella conosce in se stessa delle cognizioni necessarie a distinguere i pregi dell'opera di cui piace a V. S. illustrissima di farla distintamente partecipe. Procureremo entrambi di trovarci in istato di rendergliene conto al desiderato suo ritorno in queste contrade.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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