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      Intanto, assicurandola che non trascurerò la commissione che riguarda il nostro degno signor conte Caleppi, imploro da lei indulgenza per il mio involontario ma inevitabile laconismo, e pieno di grata ed ossequiosa stima mi confermo.
     
     
     
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      A FRANCESCO CASSOLI - REGGIO NELL'EMILIA
     
      Vienna 30 Ottobre 1777.
     
      Se desse l'animo a V. S. illustrissima di togliermi di dosso alcune di quelle numerose Olimpiadi che mi defraudano col soverchio lor peso dell'uso delle fisiche mie facoltà, e particolarmente di quella dello scrivere, mi studierei di corrispondere alla sua vigorosa facondia, illustrissimo mio signor conte, e sarei ben contento di fomentar con le prolisse mie lettere la continuazione d'un così per me vantaggioso commercio. Ma dopo avere schiccherato nel corso della mia vita tanti e tanti fogli, or provo con sensibile rammarico che il debito di una breve risposta è per me divenuto un carico incomodo e laborioso. Pur, siccome vivendo ho io perduto il dritto di lagnarmi della mia insufficienza, ho ragion di sperare che gli altri non mi rechino a colpa la mia sventura e soffrano con indulgenza la mia involontaria brevità. Io sono sensibile e gratissimo alla sua gratuita e costante parzialità, che regna in tutto il corso dell'obbligante sua lettera. Quando mi giunga alle mani l'ode di cui mi fa parola, ne farò la mia delizia, e renderò la giustizia dovuta alle produzioni certamente sublimi de' suoi distinti talenti. I miei dispareri con lo stampator Davolio sono sopra i calcoli economici: poiché egli si promette vantaggi dalla ristampa di poemi pur troppo già pubblici, ed io ne temo discapiti.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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