Nel piego gentilmente inviatomi da questo degnissimo signor conte di Wilzeck trovo una eloquentissima ed obbligantissima lettera di V. S. illustrissima, due suoi sonetti, co' quali ha ella gratuitamente ed eccessivamente voluto onorarmi, e la serenata, nella quale la sua vasta e feconda fantasia ha saputo interessare nel suo soggetto (sulle tracce d'Omero) tutte le deità dell'Olimpo. Corrispondo alla prima ed ai secondi con quei veraci sentimenti di gratitudine che esige da me la sua affettuosa parzialità: e rendo la dovuta giustizia all'ultima ammirandone, oltre l'armoniosa e poetica versificazione, l'invidiabile vivacità dell'immaginare ch'ella possiede. Se lo scrivere non fosse divenuto per me un troppo incomodo mestiere, mi dilungherei volentieri seco su i particolari pregi de' suoi componimenti: ma la mia fisica insufficienza mi costringe a limitarmi con le proteste della più grata, più affettuosa ed ossequiosa stima, che mi fa essere.
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A MARIO COMPAGNONI - MACERATA
Vienna 3 Dicembre 1777.
Con somma mia maraviglia mi è provenuto da questa posta nell'ordinario scorso un piego speditomi da V. S. illustrissima da Macerata il dì 10 aprile 1775, cioè dopo due anni e sette mesi di viaggio. Non è facile l'indovinare la cagione di tal disordine. Forse l'aver ella nella soprascritta indirizzato il piego "a Roma per Vienna", cioè per un cammino opposto a quello ch'esso dovea tenere, ha confuso gli uffiziali delle poste. Ma qualunque sia stato il motivo di tale irregolarità, io soddisfo ora che posso al debito che mi corre di renderle infinite grazie e delle affettuose, parziali espressioni dell'obbligante sua lettera e della eloquente orazion funebre di cui si è compiaciuta di farmi parte, e del bel sonetto da lei recitato, nel quale trasparisce tutto il suo bel cuore non meno che la colta vivacità de' suoi felici talenti.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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