Onde non sapendo come utilmente impiegare l'elegante esemplare degli armonici suoi lavori lo conserverò in deposito finché ella ne decida. Non mi rechi a colpa l'insufficienza mia, della quale in questa occasione mi è sensibilissimo lo svantaggio: e mentre mi auguro maggior felicità nell'esecuzione de' suoi comandi, la prego a credermi.
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A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - BOLOGNA
Vienna 30 Dicembre 1777.
L'umor festivo della carissima vostra lettera del 20 d'ottobre, che (non so per quale inciampo) non è a me pervenuta che ieri sera, mi ha anche più del solito consolato. Se questa serenità è fisica conseguenza del buono stato del vostro individuo me ne congratulo con la vostra solida macchinetta, e se è frutto della vostra filosofica meditazione ammiro il vigore del bell'animo vostro. Io non ho perduto tempo nel mio silenzio a riguardo vostro: ho sempre pensato al mio gemello, anche nell'indiscreto assalto d'una risipola nel piede destro che mi ha tenuto quattro intiere settimane in casa: e pure non ho alcun rancore contro di essa, poiché mi ha lasciato in migliore stato di quello in cui mi trovò nel sorprendermi. Siamo qui ancor noi fra i ghiacci e le nevi, ma incalliti a questi favori non ne facciamo fin'ora gran conto.
Farà certamente l'inverno teutonico le sue vendette del nostro presente disprezzo, con qualche giorno di freddo insopportabile; ma ci lusinghiamo che non sarà lungo, e intanto prepariamo difese per sostenerlo. V'invidio la vicinanza del veneratissimo signor cardinal Buoncompagni, de' degnissimi coniugi Spada e dell'ornatissimo come obbligante signor abate don Giuseppe Pignatelli: a' quali tutti vi prego di rinnovare in mio nome le proteste del mio grato e sincero rispetto.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Dicembre Buoncompagni Spada Giuseppe Pignatelli
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