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      Lo stampator reggiano promette quello che non può dare, avendogli io scritto e replicato di avere già da lungo tempo promesso tutte le mie opere inedite all'editor di Parigi. Può ben egli aspettar che siano pubblicate nella ristampa francese, e da quella copiandole, aggiungerle alla sua, ma allora non saranno più inedite. Sarebbe gran danno se l'impresa (come voi temete) rimanesse arenata. Resterebbe defraudato il pubblico delle numerose istruzioni sull'arte drammatica, che ornerebbero in questa edizione le povere mie poetiche fanfaluche. Addio, caro gemello: conservatevi se volete ch'io mi conservi, e non trascurate mai di credermi col più vivo del mio cuore il vostro fedelissimo.
     
      P. S. Ho letto meglio la vostra data, che è del 20 dicembre, e non ottobre: onde rendo l'onore alla posta.
     
     
     
      2347
     
      A GIUSEPPE CALVI - MESSINA
     
      Vienna 2 Gennaio 1778.
     
      La cantata di cui Vostra Paternità illustrissima si è compiaciuta di farmi parte è il più ammirabile fra tutti i lodevoli componimenti poetici a me noti, che sono usciti dalla sua penna. È piena di senno, di dottrina, d'armonia, e meravigliosa perché ha saputo conservar le grazie allettatrici del Parnaso nel trattare una questione filosofica, senza che si risenta nel suo lavoro né pur l'odor della cattedra. Me ne congratulo sinceramente seco e con me medesimo, superbo del mio giudizio, che scoperse i suoi invidiabili talenti ne' primi saggi che si compiacque dì comunicarmene. Sono gratissimo alla affettuosa memoria che di me conserva; la supplico di esser persuasa ch'io gliene rendo un ampio contraccambio, e pieno della a lei dovuta non men tenera che ossequiosa stima mi confermo.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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