La rendo almeno alla felicità, alla nobiltà ed all'esattezza del suo stile, che non meno nel trattato che nella lettera ho trovato corretto, fluido ed irreprensibile. Le sono gratissimo dell'amore che mi rappresenta a lei tanto maggiore di quel ch'io sono: mi auguro le facoltà e le occasioni di meritarlo, e con la più distinta ed ossequiosa stima mi dico.
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A FRANCESCO ANTONIO CARACCIOLO - ROMA
Vienna 12 Marzo 1778.
Dal signor abate Palazzi (di cui io non avea per anche alcuna contezza anteriore) mi fu recata giorni sono una commendatizia di V. S. illustrissima, ed il merito d'avermi procurato questo onore mi rese (come dovea) subito parziale al raccomandato. Mi trovò egli con numerosa compagnia, dalla quale io (essendo già per me l'ora indispensabile di uscir di casa) avea dimandata ed ottenuta la permissione di ritirarmi per qualche momento nella vicina camera ad abbigliarmi. Mi fu annunciato il portatore del suo foglio, il feci pregar di entrar dove io era, gli dimandai scusa del confidente stato in cui mi sorprendea, il compiansi con brevi parole di aver portate le preziose sue merci letterarie in paese dove son ben poco in commercio: e per parlar poi seco con più comodo gl'insinuai di aver la breve compiacenza di trattenersi con le scelte persone che nella vicina camera ragionavano. Mi affrettai nella mia faccenda ma non abbastanza per trovare il nostro signor abate, che per andare alla Corte era sollecitamente partito: d'indi in qua non l'ho più veduto, né so dove egli alloggi o se sia ancora in Vienna.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Marzo Palazzi Corte Vienna
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