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      A FRANCESCO ZANOTTI - BOLOGNA
     
      Vienna 12 Marzo 1778.
     
      La sorte ch'io ebbi, già molti e molti anni sono, di conoscere personalmente i celebri signori Eustachio Manfredi e Giovanni Pier Zanotti mi lasciò impressa nell'animo una indelebile ossequiosa stima non men che per essi per le loro tanto della repubblica letteraria sempre benemerite famiglie, e sarebbe per me un ben sensibile contento il poter darne qualche reale ed effettiva riprova. L'occasione che V. S. illustrissima me ne somministra nella sua gentile commendatizia non è per me così agevole ad approfittarmene come lo vorrei. I preziosi tesori delle profonde cognizioni scientifiche ch'ella esalta nel suo raccomandato non sono nel pregio che meritano in un paese dove Marte (specialmente nelle vicende correnti) usurpa tutti gl'incensi dovuti a Minerva, ad Apollo ed alle Muse. Per l'impiego poi al quale aspira il signor abate Palazzi ei manca delle qualità qui indispensabili ad esercitarlo. I nostri semidei qui non cercano per i loro figliuoli un distinto letterato, ma un uomo che possa servir di modello al discepolo per parlar elegantemente il francese, per abituarsi imitandolo alle nobili e leggiadre maniere che sono in uso fra' suoi pari, e che non lo fornisca d'altra dottrina che di quella ben leggiera tintura, che basta per non arrossire nelle società alle quali è destinato: un uomo in somma atto a formare l'esteriore, che è la parte dell'uomo dalla quale per lo più anche altrove ma qui comunemente si giudica dell'intrinsico valore del merito altrui.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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