Or questa parte appunto affatto filosofica nel nostro per altro degno soggetto con l'imperizia dell'idioma francese, sono (a conseguire il nostro intento) nullità insuperabili. Nulla di meno io non trascurerò di far per lui quelle diligenze per le quali l'età mia, corteggiata dagl'incomodi suoi naturali seguaci, si compiacerà di concedermi l'attività necessaria. Ma io temo che il nostro raccomandato o abbia odorata la mia insufficienza o la sterilità del paese, o non sia più in Vienna, non avendolo più veduto dopo quell'unica volta che già molti giorni sono mi onorò d'una sua visita, ma momentanea per la numerosa compagnia che trovò meco, per l'inevitabile necessità che mi sollecitava ad uscir di casa, e per la fretta ch'egli avea di correre alla Corte dal signor conte di Rosemberg. Io ignoro il suo alloggio, onde non posso farne né pure ricerca. Mi auguro opportunità più felici per provarle la mia ubbidienza: sono gratissimo alla sua obbligante memoria, e con la più sincera ed ossequiosa stima mi dico.
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A PIETRO ANTONIO PETRINI - ROMA
Vienna 16 Marzo 1778.
È un eccesso di gentilezza, che esige tutta la mia gratitudine, l'obbligante cura di V. S. illustrissima nel farmi parte dell'eruditissimo suo lavoro intorno alla Poetica d'Orazio. Lavoro del quale io sono in debito di conoscere la difficoltà avendo io, già molti anni sono, volgarizzata la Poetica suddetta in verso sciolto, e rammentandomi le angustie nelle quali allora mi ritrovai, benché non impegnato come V. S. illustrissima a' ceppi della rima ed alla malagevole inchiesta delle connessioni che appariscono neglette nel testo.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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