Ora voi, non facendomi parola del suddetto manifesto, con una vostra amorosissima lettera del 20 dello scorso giugno mi rinnovate il racconto dell'allegro simposio fatto da voi col sopradetto padre Francesco Maria e con tutte le minute circostanze che rappresentano al vivo le tenere disposizioni del vostro bel cuore a mio vantaggio: onde ne ho gustato di bel nuovo il piacere, che in vece di scemar d'efficacia si è considerabilmente aumentato nella repetizione. Ve ne son dunque gratissimo, come lo sono al sacro oratore che vi ha con l'innata sua e colta eloquenza fatta comprendere la costanza e la tenerezza dell'amor mio per voi, e che col dono d'un mio ritratto ha conferito a conservarmi vivo nella vostra reminiscenza. Se avete ricevuta la mia antecedente lettera questa è affatto inutile; ma, sul dubbio, io soffro più tosto d'espormi alla taccia di soprabbondante che di negligente. Addio, gemello adorabile: conservatevi gelosamente per esempio a' buoni e per consolazione al vostro fedelissimo.
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A GIOVANNI DE GAMERRA - LIVORNO
Vienna 9 Luglio 1778.
L'obbligante ufficio che è piaciuto a V. S. illustrissima di passar meco al ritorno della festività di S. Pietro è un convincente ma soprabbondante argomento della parziale bontà con la quale ella mi riguarda, non potendo io dopo tante prove ignorarla senza taccia d'ingratitudine. Gliene sono per altro gratissimo, e mi auguro facoltà di potere non inutilmente contraccambiarla. Ella ha fatto ottimamente presentandosi al suo sovrano, poiché il suo contegno e la sua maniera d'esprimersi non sono inefficaci raccomandazioni: ma lo sono bene quelle ch'ella da me sollecita, e che con fatica ottenute riescono pannicelli caldi.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Francesco Maria Luglio S. Pietro
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