Si raddoppia il mio rincrescimento sentendo voi nella medesima nave. Ma, caro amico, dopo aver tutto esaminato si conclude che non v'è altro specifico per noi che una cristiana e filosofica rassegnazione nel pagare gl'inevitabili dazi della povera umanità. Ogni peso è men greve a quelli che ben vi adattan le spalle, che a coloro che sconciamente se l'addossano.
Ha preso il suddetto signor conte anche un altro abbaglio informandovi ch'io faccia stampare in Vienna le opere mie. Queste si ristampano in Parigi da un libraio che si chiama Gio. Claudio Molini, il quale con la magnifica offerta di una splendida ristampa ha tentata ed indotta la mia paterna debolezza a promettergli tutti gl'inediti scritti miei: promessa per altro da non adempiersi se non se dopo che io lo vedrò impegnato a non poter più retrocedere con l'antecedente pubblicazione de' primi tomi magnifici secondo l'offerta. Sono già usciti i manifesti in istampa ne' quali vi sono nominati i collettori delle associazioni nelle più celebri città d'Europa. Il più vicino a voi è il signor Giuseppe Molini libraio in Firenze, fratello o almeno, cred'io, parente dell'editor di Parigi.
Vi rendo grazie delle notizie teatrali, le quali venendomi da voi mi sono carissime per la vostra amorevole cura nel darmele, che le qualifica a dispetto della insensibilità da me ormai contratta intorno alle vicende di coteste baie canore. Conservatevi, mio caro padre maestro, per esempio de' buoni e per consolazione di chi pieno di tenerezza e di ossequio non lascerà mai d'essere.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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