Non saprei disapprovar l'idea di applicarsi con maggior fervore alla prosa: questa è utile e necessaria a tutti gli affari letterari, politici e civili, e può più facilmente ottenere qualche favore della Fortuna dichiarata persecutrice de' poeti. Non vorrei per altro che, dopo i lodevoli viaggi che ha fatti in Parnaso, l'abbandonasse del tutto: la facoltà poetica non professata è sempre uno stimabile ornamento a chi la possiede. Addio, mio caro signor Pisani; perdonate, anzi gradite l'amorosa mia ingenuità e credetemi.
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A GIOVANNI RANIERI RASTRELLI - NAPOLI
Vienna 17 Settembre 1778.
Fortunatamente io posso, riveritissimo signor Rastrelli, assicurare V. S. illustrissima che da molto tempo il suo bellissimo poema del Calvario si trova in potere dell'Altezza Reale dell'arciduchessa Marianna. Una persona mia confidente, che ha molto frequente accesso nelle camere della principessa suddetta, l'ha ivi veduto con gli occhi suoi, l'ha avuto nelle proprie mani, e, richiesta del suo giudizio sul merito dell'opera, ha risposto (come era verissimo) d'averla letta meco, ripetendo quasi ad verbum l'espressioni medesime con le quali io resi all'eccellente lavoro la giustizia dovuta nella lettera che a V. S. illustrissima scrissi in data del 3 ottobre dello scorso anno 1777. Vorrei che le mie facoltà si stendessero più oltre, per procurarle più sensibili prove di questa indubitata verità, e per convincerla della stima, dell'amore e dell'ossequio con cui veracemente sono.
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AD AURELIO DE GIORGI BERTÒLA - NAPOLI
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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