Quindi bene spesso mi son trovato nella dura necessità di negar la mia condescendenza alle richieste degli amici più cari, dei personaggi più da me venerati, e di non poche riguardevolissime Accademie. Onde non potrei dare ora un esempio in contrario, senza tirarmi giustamente addosso l'indignazione de' tanti da me mal mio grado negletti. A questo morale impedimento d'inviarle un nuovo mio componimento ch'ella desidera s'aggiunge ora il fisico dell'età mia non più docile ai cenni della volontà, e l'insuperabile repugnanza che avrei di presentare all'immortale mia patria i mendicati ultimi frutti del mio oggimai pur troppo esausto terreno. Vede V. S. illustrissima che la mia insufficienza merita non già perdono ma compatimento: mel conceda e mel procuri: né lasci mai di credermi con la più grata, ossequiosa e dovuta stima.
     
     
     
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      A BARTOLOMEO BENINCASA - VENEZIA
     
      Vienna 17 Novembre 1778.
     
      Alla prima gentilissima vostra prolissa lettera io risposi subito, carissimo mio signor Benincasa, e con quella prolissità che la mia attività presente mi concede. Non essendosi mai perduta in quarantotto anni alcuna mia lettera inviata a Venezia, mi lusingo che anche questa vi sarà stata resa forse più tardi da cotesta posta. Pure non voglio lasciar senza risposta la vostra seconda istanza per le note inchieste che mi commettete, rinnovandovi le asserzioni che le notizie desiderate, appunto per ragione del leggiero loro peso, sono state neglette e dimenticate. La rovina della musica in questo clima ha prodotto quella delle sue circostanze; onde da confusi e dispersi archivi musicali sarebbe ora ben malagevole il rintracciare i soli nomi de' professori armonici, non che i gradi del merito loro.