Ma come mai, riveritissimo signor Rastrelli, l'amorosa propensione della quale mi onora ha potuto permettergli la crudeltà di propormi un nuovo lavoro poetico nella grave e stanca età mia? È forse V. S. illustrissima fra i moltissimi che mi credono poeta lubrico? Ah s'inganna di molto. La mia apparente facilità è frutto di laboriosissima cura. Io sono per mia sventura dubbioso sino al vizio. E l'avara natura ha negato a me l'invidiabil privilegio, che godono ed han sempre goduto quasi tutti i miei fortunati colleghi, d'esser contentissimi di se medesimi. Ma quando io fossi ancora giovane, fecondo ed ardito, non potrei avere il contento d'ubbidirla. Sono più di quarant'anni ch'io non ho scritto un verso se non se per ordine degli augustissimi miei sovrani, essendomi presto avveduto che le mie forze non bastavano per compire questo mio debito e condescendere alle innumerabili istanze straniere: e non potrei ora cambiar sistema senza offendere tante e tante persone e carissime e venerabili e potenti, da me per l'addietro costantemente neglette. Una colpa non mia sarebbe ingiustamente punita se mi scemasse l'amor suo, ch'io procurerò sempre di meritare con la grata ed ossequiosa stima con la quale mi confermo.
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A GIACINTA BETTI ONOFRI - BOLOGNA
Vienna 30 Gennaio 1779.
Mi obbliga sempre al più alto segno e mi onora ogni nuova testimonianza della gratuita gentilissima reminiscenza che di me V. S. illustrissima conserva, senza che abbia io avuta né la facoltà né l'occasione di meritarla: ed allora più mi consola quando il sereno tenore delle sue lettere mi assicura della tranquillità dell'animo di lei.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Rastrelli Gennaio
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