Ah così potesse egli, siccome ha potuto cagionarmi un così sensibile ed inaspettato piacere, comunicarmi ancora le facoltà necessarie per non essere affatto inutile a persone di così distinto merito, o l'attività almeno di poter esporre, più prolissamente scrivendo, le giuste disposizioni dell'animo mio! Ma le dolorose circostanze, inevitabili compagne dell'età mia, mi permettono appena questo rozzo, ma compatibile laconismo, con cui pieno di stima, di gratitudine e d'ossequio mi protesto.
P. S. Al signor suo fratello mille riverenze a mio nome.
2418
A IRENE D'AGUIRRE - MILANO
Vienna 4 Febbraio 1779.
È un nuovo considerabil debito, di cui mi carica l'affettuosa amicizia del mio riveritissimo signor abate Ramaggini, la sua obbligante cura d'informarmi della da me ignorata esistenza di persone che han portato seco nascendo un così legittimo dritto sulla stima e servitù mia, e di procurarmi insieme il gentilissimo foglio di V. S. illustrissima, che a sì alto segno gratuitamente mi onora. Vorrei che la mia impaziente curiosità fosse stata appagata con più fauste notizie delle loro a me fin ora ignote vicende, o sentirmi almen'io sufficiente valore per concorrere a correggere le ingiustizie della Fortuna. Ma questa, sempre poco fausta alle poetiche ciance canore (unico mio capitale), non ha posto mai in istato i miei pari di mettere degnamente in esecuzione i reciproci obblighi di tutti i viventi fra loro. Aggiunga che la grave età mia avendomi tolta la fisica facoltà di coltivare i potenti, non mi lascia né pure la tenue speranza di supplire all'insufficienza mia con l'altrui da me implorato favore.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Febbraio Ramaggini Fortuna
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