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      Non mi scemi, la supplico, per queste mie poco invidiabili circostanze la parziale propensione di cui mi autorizza a vantarmi, e mi ristori con questa del giusto rincrescimento che mi cagiona il non sapermi né pur lusingare di potere una volta far numero fra le nobili ed elette persone delle quali i molti e distinti di lei meriti le procurano la società. Il mio dotto, eloquente e degnissimo amico supplirà, da me pregato, alla scarsezza della mia attività, che presentemente mi rende grave anche il mestier dello scrivere, ed, antico conoscitore del mio carattere, le sarà mallevadore della sincerità con la quale io, pieno di gratitudine e di ossequiosissima stima, mi protesto, così della sua signora sorella, che di lei.
     
     
     
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      A GIUSEPPE ROVATTI - MODENA
     
      Vienna 8 Febbraio 1779.
     
      La vostra prolissa lettera del 25 dicembre dell'anno scorso, dilettissimo mio signor Rovatti, mi ha sommamente consolato come prova reale ed incontrastabile della vigorosa vostra esistenza, del costante amor vostro per me, e de' visibili vantaggi che andate ritraendo, non men fisici che morali, da quel nuovo (qualunque egli sia) sistema di vita che voi chiamate ingratamente usurpatore della vostra libertà. Gli eccessi del vostro fervore letterario avean gran bisogno di freno perché non fossero dannosi al vostro individuo ed alle operazioni medesime che intraprendete: la moltiplicità di queste produce l'inconveniente che soffrono le piante troppo affollate, che si rubano a vicenda il succo nutritivo che lor somministra il terreno ed il calor vitale del benefico raggio del sole.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Febbraio Rovatti