Vi sono gratissimo, mio caro signor don Saverio, che non mi abbiate lasciato ignorare la più elegante vostra felicissima canzonetta Per la nascita del Redentore. Nella sua picciola mole essa scuopre la ricca miniera che l'ha prodotta. Tali magistrali miniature costano talvolta tanto maggior fatica, quanto più che in ogni altro lavoro poetico è necessario occultarlo. L'ho fatta leggere. Tutti l'applaudiscono, ed io mi compiaccio della confermazione del mio voto. Giacché mi dite che in Padova si ristampano i vostri Salmi, vedete di farla inserire dietro qualche tomo, essendo facile a disperdersi queste cose che si stampano in piccioli fogli. Sono impaziente di vedere ancora quella edizione di Padova di cui mi parlate, e molto più le tante correzioni che voi dite d'aver fatto in que' luoghi che non han contentato il vostro delicatissimo gusto, mentre per altro han contentato il gusto universale. I dotti uomini che sono in quel Seminario ci fanno sperare che l'edizione riuscirà correttissima, ed io mi augurerei l'ugual sorte per la correzione alla magnifica edizione che si prepara delle mie Opere in Parigi.
Il freddo orrido ed ostinato inverno con cui siamo ancora alle mani non è punto favorevole alle mie affezioni ipocondriache: i poveri nervi soffrono più del solito, e si fa maggior dispendio di pazienza di quello che corrisponderebbe al capitale ch'io me ne trovo. Pure si tira eroicamente innanzi; ma il mestier d'eroe è un maledetto mestiere.
Vi sono gratissimo del prezioso acquisto che mi avete procurato, cogli aurei vostri scritti, di un così valoroso, dotto e celebre fautore qual è il signor abate Cesarotti, di cui già da lungo tempo ammiro le vaste cognizioni, il sublime ingegno e la invidiabile attività colla quale egli si distingue in ogni specie d'amena o severa letteratura.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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