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A FRANCESCO BELLONI - ROMA
Vienna 27 Marzo 1779.
Eccole inclusa, riveritissimo signor marchese, l'usata letterina al signor Parboni, solita interprete a V. S. illustrissima delle mie preghiere per l'esazione e rimessa a Vienna dell'ultimo scaduto termine della mia nota pensione. La supplico nel tempo istesso a continuarmi in avvenire nel possesso di questa cortese sua cura, ed a credermi sempre con la più grande ed ossequiosa stima.
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A FRANCESCO GRISI - ALA
Vienna 19 Aprile 1779.
Una delle più grate produzioni della primavera è per me, caro mio signor Grisi, la cortese ed affettuosa vostra lettera del 9 corrente, che mi conferma la continuazione del costante amor vostro e vi rende sempre più liquido creditore della corrispondenza del mio. Quanto per altro mi consola in questo la vostra costanza tanto mi affligge e mi rincresce nell'invariabile ipocondriaco tenore della vostra maniera di riflettere sulle vicende umane, fra le quali scegliete sempre per oggetto de' vostri pensieri le più funeste e le più nere, e le ingrandite presenti o le immaginate future. Questa gravissima infermità è una dolorosa pensione dell'età nostra e del nostro temperamento: e se noi, in vece di combatterla, la secondiamo, la rendiamo incurabile, corriamo evidente rischio di divenire ingrati al benefico Donatore della nostra esistenza cangiando in tormento il suo dono. Non crediate, mio caro signor Grisi, ch'io non senta al par di voi i sintomi della vostra indisposizione: li sento pur troppo anch'io: ma, convinto che tutti i viventi sono nella medesima nave e che nessuno di essi ha la facoltà di regolarla a suo modo, mi confido a quell'eterno Piloto che l'ha sempre governata e la governa, e non mi lambicco il cervello immaginandomi tutti i venti, tutte le tempeste e tutti gli scogli fra' quali si potrebbe far naufragio.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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