Il duetto che avete avuto l'amorosa cura di mandarmi è maraviglioso non solo per la difficoltà del lavoro così magistralmente dissimulata e per la viva espressione degli affetti, ma per le occasioni che somministrate ad una bella ed esperta voce di spiegare le sue ricchezze nelle messe di voce, ne' trilli, nelle appoggiature, nelle volate ed in que' vostri inaspettati e brillanti gruppetti che sono a voi debitori della loro esistenza. Io l'ho sentito già più volte eseguire da persona abilissima ed intelligente a grado non comune dell'arte dell'armonia, e ch'essendone incantata, vi s'impiega con infinito piacere a seconda della mia avidità di risentirlo.
Noi non siamo qui perseguitati dalle spaventose minacce de' vostri terremoti, ma da più di due mesi in qua siamo alle mani col più orrido ed ostinato inverno che possa immaginarsi, e senza alcun respiro. Figuratevi tutto quello che può avere di più crudele questa incomoda stagione; tutto ci sta addosso, c'insulta e ci circonda: venti impetuosi e gelati, ghiacci marmorei, nevi dense, incessanti e permanenti, che han coperti e resi di un sol colore tutti gli oggetti, di modo che, per conservare un poco di commercio fra' cittadini, sono impiegati a sgombrar le strade reggimenti di scopatori con carri, pale e badili; e questi non bastano ad eguagliare con le loro fatiche la quantità della neve che trasportano a quella che va intanto senza intermissione cadendo. Il Danubio, con una vicenda nuova ed incredibile, ora sciolto, ora duro, ha finalmente rotti i grandi ponti per i quali si viene dall'Ungheria e dalla Moravia, che sono le più abbondanti dispensiere de' viveri che nutriscono questa popolosa città; onde tutto è rincarato a segno che la gente minuta non sa come sostenersi.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Danubio Ungheria Moravia
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