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      P. S. Il signor Giuseppe Bonno, degno maestro di cappella della cesarea Corte, che è qui capitato ora a caso, ha veduto l'aria e conferma pienamente il giudizio della signora Martines. Addio di nuovo.
     
     
     
      2496
     
      A FILIPPO PARBONI - ROMA
     
      Vienna Marzo 1780.
     
      Commetto all'autorevole convenuta testimonianza del mio proprio carattere la cura d'informarla di mia salute. ed accompagno la commissione con le solite istanze per la continuazione delle sue grazie, in conseguenza dello spirato termine della mia nota pensione. Mi raddolcisca V. S. illustrissima il rossore d'esserle importuno con qualche occasione d'ubbidirla, e non si stanchi di credermi.
     
     
     
      2497
     
      A FRANCESCO BELLONI - ROMA
     
      Vienna Marzo 1780.
     
      La compiacenza ch'io provo nel rinnovare a V. S. illustrissima le proteste della grata e divota servitù mia non mi esime dal giusto rimorso d'importunarla. L'inclusa letterina mi risparmia la pena d'annoiarla con l'esposizione del mio bisogno; ma non risparmia a lei la preghiera, dalla quale non so astenermi, di degnarsi di esporre alla degnissima dama sua consorte il vero ossequio verso di lei, di cui sono autorizzato a vantarmi ed a continuare a credermi invariabilmente.
     
     
     
      2498
     
      A FRANCESCO GRISI - ALA
     
      Vienna 15 Aprile 1780.
     
      Non so, amatissimo signor Grisi, chi sia stato l'ingegnoso inventore che ha fatto correre per tutta l'Italia la falsa novella dell'ultima mia partenza: ma io gli sono obbligato d'avermi scoperti moltissimi amici che m'erano ancora ignoti, e che in questa occasione mi si son palesati. L'unico mio rammarico è l'agitazione che ha cagionata al mio amoroso e diletto signor Grisi, e gliene rendo le dovute vivissime grazie.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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