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A FRANCESCO GRISI - ALA
Vienna 18 Luglio 1780.
Ricevei ieri l'affettuosissima vostra lettera data fin dal 6 del corrente ed osservo che molto è lenta la nostra posta ne' suoi viaggi: ma i nostri affari compatiscono dilazione, onde non convien farne conto. Ci andiamo come voi dite sempre avvicinando all'Eternità, ma dovremmo essere assuefatti a questo mestiere che esercitiamo dal primo momento che entriamo nel cammin della vita.
Ogni momentoChe altri ne gode è un passo
Che al termine avvicina: e dalle fasceS'incomincia a morir quando si nasce.
Veggo, mio caro signor Grisi, che su questo proposito pensate da filosofo cristiano: me ne congratulo con esso voi, e dal lodevole tenor della vostra vita non poteva io tenervi diverso. Veggo che vi affliggono, più per il vostro prossimo che per voi, gl'inconvenienti del nuovo sistema, e ne avrete solide ragioni: ma io non posso perfettamente scoprirle. In primo luogo perché tutti i poeti sono cattivi calcolatori: in secondo perché son prevenuto che questo sistema medesimo già da qualche anno stabilito in Moravia ed in Boemia è stato ricevuto, tuttavia sussiste e si mantiene con sommo contento ed applauso di quei popoli. È per altro verissimo che in così vasti dominii che contengono circostanze di climi, di situazioni, di prodotti, di commerci e d'inclinazioni tanto diverse è difficilissimo l'immaginare una regola universale che sia comoda egualmente e giovevole a tutti. Un rimedio è velenoso per un temperamento, e per un altro è salubre: l'esperienza scopre l'inganno: tocca ai savi medici il cercarne i compensi, ed è ragionevole il credere che i nostri non li trascureranno se il bisogno l'esige.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Luglio Eternità Grisi Moravia Boemia
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