2518
A LEOPOLDO CAMILLO VOLTA - MANTOVA
Vienna 4 Settembre 1780.
Nella vivacità con la quale vi ha scosso l'elegante edizione parigina di tutti gli scritti miei io trovo, dilettissimo mio signor Volta, la misura della sincera vostra ed affettuosa amicizia; e, benché ne fossi sicuro, una così obbligante prova non lascia di solleticar dolcemente la mia vanità. Non dissimulo che mi compiaccio anch'io nel vedere i miei figliuoli così signorilmente abbigliati, ma nel tempo stesso non posso negare ch'io temo che sia questa a molti una violenta occasione di andar troppo minutamente esaminando quanto essi meritano una così chiara parzialità. L'edizione credo che felicemente proceda, avendomi scritto il signor Pezzana che il dì 4 dello scorso mese d'agosto andavano già sotto il torchio i primi fogli del sesto volume dell'incamminata ristampa.
È veramente bellissimo il sonetto di cotesto valorosisimo signor conte Bulgarini. Io non solo gli rendo la dovuta giustizia, ma procuro (e con felicità) che tutto il mondo gliela renda, né mancherò di metterlo sulla strada del nostro Olimpo. Mi dilungherei volentieri, ma le mie fisiche troppo scemate facoltà bastano appena per abbracciarvi in fretta e confermarmi con la più tenera ed ossequiosa stima.
2519
A GIUSEPPE AZZONI - SIENA
Vienna 7 Settembre 1780.
La vostra affettuosissima lettera del 25 dello scorso agosto, a dispetto d'un orribile da essa sofferto naufragio, è pur pervenuta alle mie mani, e, benché miseramente mal concia e sfigurata, in virtù d'una eroica, anzi ostinata pazienza, con l'aiuto di molti perspicacissimi interpreti, è stata pienamente deciferata, ed ho esultato nell'intendere che il mio caro e degno padre maestro Azzoni si trova a seconda de' voti miei in così invidiabile stato di salute ed in disposizioni d'animo così convenienti ad un uomo delle vaste sue cognizioni, della sana sua cristiana, filosofica ed esperimentata morale, della quale è frutto ed è premio l'irreprensibile tranquillità ch'egli gode, conoscendone il pregio inestimabile.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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