Ditegli che con ampia usura lo contraccambio, e che lo tengo e lo terrò sempre nell'alto pregio che meritano le tante lodevoli qualità che l'adornano.
Addio, mio caro padre maestro: son così convinto che voi mi amate, che crederei oltraggiarvi pregandovene; credete voi lo stesso di me che non potrei anche volendo non essere.
2520
A FRANCESCO GIROLAMO ROTA - ROMA
Vienna 13 Settembre 1780.
Della ormai antica favola d'una sognata mia letale infermità io non ho (lode al Cielo) sofferto altro incomodo se non se il sensibile rammarico del vano dolore dei miei sinceri benevoli, nel numero de' quali l'affettuosa sua lettera ed il suo vivace sonetto mi assicurano che V. S. illustrissima si ritrova. Questo nuovo invidiabile acquisto della dichiarata parzialità d'un uomo de' suoi talenti e della sua nascita non solo mi obbliga a protestarle la mia stima e la mia gratitudine (siccome faccio), ma mi fa sentir vivamente gli svantaggi dello stato in cui è piaciuto alla Providenza di collocarmi, negandomi la facoltà necessaria a correggere le continue ingiustizie che soffre il Merito dalla Fortuna. L'invidiabile capitale della florida sua gioventù, della quale cotesta cieca deità suol esser meno nemica, me ne fa sperar qualche resipiscenza a favor di lei: e sono intanto con la più sincera riconoscenza ed ossequiosa stima.
2521
A CARLO VALENTI - MANTOVA
Vienna 18 Settembre 1780.
Il parziale obbligantissimo invito, col quale mi autorizza Vostra Eccellenza ad aspirare all'invidiabile onore di far numero nell'eletta schiera de' felici ingegni che formeranno la bene immaginata raccolta, quanto solletica la mia vanità tanto mortifica la fisica mia insufficienza, che non mi permette d'approfittarmene.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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