Addio, caro amico. Io sono con la più affettuosa stima.
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A DOMENICO ARBORIO DI GATTINARA - BRUNSWICK
Vienna 14 Ottobre 1780.
La vostra lettera del 26 dello scorso settembre, amatissimo mio signor Gattinara, mi ha sommamente consolato e con la notizia della miglior salute che ora godete e con la confermazione della costanza della affettuosa memoria che di me conservate e coi saggi del giovanil vigore del vostro ingegno, che senza perdere una scintilla del fuoco nativo, seconda mirabilmente i solidi raziocinii dell'età più matura. Guadagni che non tutti san procurarsi: e particolarmente quando si trovano sempre costretti a vivere fra gli ostinati insulti della Fortuna e le dolorose ineguaglianze d'una continuamente cagionevole salute, come purtroppo è la vostra. Voi siete come l'Ulisse d'Orazio, adversis rerum immersabilis undis. Io ho fatto abbastanza gli elogi della vostra eroica costanza nelle sventure; vorrei pure una volta far quelli della filosofica vostra moderazione nelle felicità. Non vi scandalizzate della mia brevità: vi sono noti i miei antichi e tormentosi stiramenti de' nervi, particolarmente nel capo: questi non si debellano invecchiando: onde il leggere e lo scrivere son per me divenute imprese molto difficili e laboriose. Pagate, vi prego, i debiti della mia infinita e rispettosa gratitudine a cotesto adorabile signor principe Leopoldo: non trascurate di confermare al nostro monsignor Riminaldi l'ossequio mio: e non cessate mai di credermi veracemente.
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A BARTOLOMEO BENINCASA - VENEZIA
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Ottobre Gattinara Fortuna Ulisse Orazio Leopoldo Riminaldi
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