La patria, come dite, non è abbastanza grata a' servigi che di continuo le rendete, ma, con tutto ciò, beati gli occhi vostri che la possono vedere! Voi godete nel fiore degli anni quel gran bene che io desidero e mi auguro indarno in vecchiaia. Non mi parlate degli onori mondani. Niuno ha potuto meglio di me imparare ad apprezzarli e a disprezzarli. Credete, il poco pane di una povertà onorata è a' miei occhi talora ben sopra agli splendori della vita. Immaginate ora se non è invidiabile la vostra sorte, godendo costà dei favori e non degli incomodi delle grandi fortune Ma in quale Iliade sono entrato? Ho dato a beccare anch'io all'umore. Incolpatene, senza farmene perdere la grazia, codesta vostra illustre concittadina, che sa co' suoi Inganni trarre di cervello la buona gente.
Degno di voi sarà il giornale che state disegnando. Tutta Italia ve ne avrà gratitudine, credete a me: per la qual cosa precipitate gl'indugi, mio caro signor avvocato; presentate gli ossequi della mia servitù devota a Sua Eccellenza il signor marchese Valenti, e sopra tutto non dubitate mai un istante della affettuosa stima con cui sono e sarò sempre.
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A ONORATO CAETANI DI SERMONETA - ROMA
Vienna 26 Gennaio 1781.
Il venerato foglio di Vostra Eccellenza reverendissima, con la preziosa merce letteraria che porta seco, mi ha trovato nella più funesta situazione d'animo che potesse da me temersi. La perdita irreparabile della benefica mia adorabile sovrana non mi lascia speranza di mai più consolarmene.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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