La sorpresa mi ricolmò di contento, nel mio lungo e noioso arresto in casa in cui mi tiene ancora la scrupolosa cura del mio Esculapio, che non permette a me, benché da più giorni restituito allo stato di salute ch'io godeva quando m'assalì la violenta sofferta risipola, non permette (dico) ch'io esponga la mia non atletica macchinetta, assuefatta da tanto tempo al benigno tepore delle mie camere, all'ostinato rigore che regna in quest'aria ventosa, conservata da' ghiacci e dalle nevi che tuttavia ne circondano. Ma, mentre io scrivo, veggo il sole che inaspettatamente ci rallegra e mi promette vicina la mia libertà.
La mia impazienza non mi ha permesso di differir la lettura del volume inviato, e ne ho già scorso per ordine un tratto considerabile, nel quale ho ammirato come ella abbia saputo accordar la gravità di così sublime ed astratta materia con l'armonica vivacità e gentilezza poetica a lei famigliare. Ma particolarmente nella canzone Dell'immortalità dell'Anima ha ella superata se stessa. La mia fretta mi ha già condotto alla pagina 102 del tomo, ma dopo avere appagata la mia impaziente curiosità mi propongo la ripetizione, anzi l'accrescimento del piacere, in una più comoda e considerata lettura. Me ne congratulo con esso lei e con me stesso, che quando si tratta della sua gloria parmi d'esserne a parte.
I tre nuovi sonetti sono degni fratelli de' due loro precursori, de' quali V. S. illustrissima antecedentemente mi provide. Io ne farò il medesimo uso che degli altri feci, perché sia resa loro la dovuta giustizia.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Esculapio Anima
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