Non è vero, caro signor Grisi, ch'io abbia scritta una canzone sopra di essa: e se ve n'è una stampata in Firenze col mio nome, è dono gratuito di qualche stampatore o di qualche autor generoso. All'età mia, caro amico, non si fan più figliuoli, ed i tanti dolorosi parti ed aborti che sono stato obbligato a produrre non mi lasciano desiderare una più lunga fecondità. O sterile o fruttifero ch'io sia non vi stancate di riamarmi, come io non mi stancherò d'essere con la medesima tenerezza.
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A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - BOLOGNA
Vienna 12 Aprile 1781.
Ricevo in questo momento, gemello impareggiabile, una vostra affettuosissima lettera, e benché tre o quattro giorni sono io mi trovi di avervi scritto avvisandovi di aver consegnato a questo signor Milani, corrispondente del nostro padre Francesco Maria, i tomi n° 5 e 6 della grande edizione di Parigi delle opere mie, non voglio lasciar però senza risposta affatto i vostri cordiali auguri all'occasione delle imminenti solennità pasquali, che con ampia usura vi desidero prospere e liete quanto per me medesimo le imploro. La tranquillità che vi ha permesso di scrivermi vorrei che vi avesse costato minor pazienza per conseguirla. Ma all'età nostra non è picciolo dono della misericordia divina il sussistere ancora. La signora Martines replica in questa lettera i giusti sentimenti di gratitudine e di stima che nella mia antecedente vi esposi, ed io con la solita costante tenerezza, a dispetto degli ostinati miei cancherini, con mille e mille abbracci mi confermo il vostro.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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