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      Dopo una così illustre pubblica prova del vigore della sua mente, non può ella più mai esitare un momento nell'affrontare i rischi di qualunque più malagevole impresa letteraria. Qual nobiltà! Qual chiarezza! Qual ordine! Qual dottrina e qual sopra tutto luminosa eloquenza! In questa ho io veduto da V. E. reverendissima mirabilmente eseguito il suggerimento di Tullio, che oltre la vox tragoedorum, la memoria iurisconsultorum e le altre facoltà delle quali vuol fornito il suo oratore, esige da lui verba prope poëtarum. Precetto degno del gran maestro, ma non da tutti eseguibile. Mi perdoni la disubbidienza al suo pietoso divieto di non risponderle. Non è in mio poter l'astenermene defraudando a me stesso il contento di congratularmi seco, di protestarle l'infinita mia gratitudine e la dovuta venerazione che vivrà con la mia esistenza e mi farà sempre essere.
     
      P. S. La mia lettera sul conteso primato fra l'Ariosto e il Tasso fu una familiare e confidente cicalata, né mai aspirò alle stampe: ma ora il giudizio di lei ne protegge la decorazione.
     
     
     
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      A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - BOLOGNA
     
      Vienna 29 Maggio 1781.
     
      Ieri 28 del cadente maggio ricevei da questa posta il vostro amorosissimo foglio del 15 del medesimo, e rispondo subito per impazienza di parlar con esso voi benché questa lettera non possa partir che in tre giorni, e i terremoti e i cancherini veggo che non vogliono lasciarvi in pace, e ammiro il valore dell'animo vostro, che si sostiene a lor dispetto e sa farsi una sufficiente distrazione con una scorsa magistrale sulla tastatura del clavicembalo, o con un piatto paesano de maccarune collo zucchillo, che dalle nostre coche le più erudite v'è minore speranza di ottenere che una cotta di teriaca.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Tullio Ariosto Tasso