Sua Eccellenza il signor Presidente barone de Hagen, che fu appunto ieri ad onorarmi dopo pranzo d'una sua visita, sentì leggere e lesse egli stesso la lettera di V. S. illustrissima, e mostrò di compatirla moltissimo. Ma il suo compatimento non è motivo legittimo per determinare le decisioni d'un giudice che dee prima di pronunciare essere rischiarato sopra ogni dubbio che si presenta. Qui s'incomincia a dubitare se la persona che ha fatto seco contratto fosse idonea a contrarre: e quando lo fosse, se ne' domini di questa Corte possieda il contraente beni sufficienti a soddisfare i pretesi creditori che di giorno in giorno s'accrescono. Queste discussioni allungano i processi in ogni tribunale, ma più che ogni altro in questo del Consiglio imperiale aulico così sproporzionatamente aggravato dalle innumerevoli controversie di tutto l'impero. Si che io, che l'amo veracemente e la stimo, e che conterei tra i miei più fortunati avvenimenti quello di poterle prestare qualche aiuto, mi trovo inabile a somministrarle almeno qualche consiglio, temendo di indurla a peggiorare le sue circostanze. Mi tratterrei volentieri più lungamente seco, ma gli anni, che non risparmiano alcun mortale, vanno così visibilmente scemandomi tutte le fisiche attività, che lo scrivere ed il leggere è già divenuto per me molto laboriosa occupazione. Non aggiunga ella alle mie perdite quella dell'amor suo, sicura di esserne ampiamente contraccambiata dall'affetto e dall'ossequiosa stima con cui sarò sempre.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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Eccellenza Presidente Hagen Corte Consiglio
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