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      Non vi affliggete per la tardanza del piego a me destinato: esso mi giungerà sempre caro, benché la mia stanca umanità mi defrauderà gran parte del profitto e del piacere ch'io solea ritrarre da tutto ciò che mi vien da voi. La mia mano diverrà imitatrice della vostra (ma per cagione opposta), s'io mi ostino a scrivere a dispetto delle sue proteste. Onde addio, mio carissimo signor Rovatti: continuate ad amarmi anche così cattivo corrispondente quale io son divenuto, e pensate che non è colpa mia se multa ferunt anni venientes commoda secum, multa recedentes adimunt.
     
     
     
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      A FRANCESCO GRISI - ALA
     
      Vienna 12 Luglio 1781.
     
      Le confermazioni della vostra invariabile benevolenza, mio caro signor Grisi, mi giungono sempre gratissime perché so che provengono da un cuore pieno di sincerità e di candore, che mi obbligano a rendergliene (come faccio) un tenero ed ampio contraccambio. Nelle dolorose vicende de' tempi e dell'età sento anch'io quanto sia difficile non perder la tramontana; ma pure la cristiana rassegnazione è l'unico nostro sostegno ed a questo solo è necessario ricorrere, e ad implorarlo da Chi sa meglio di noi i nostri bisogni. Il soffrire l'ingrata corrispondenza, di cui vi lagnate, del vostro affetto e de' vostri beneficii, è una delle più difficili imprese della cristiana morale, ed il continuar a beneficar gl'ingrati è il sommo grado della generosa beneficenza, alla quale pochi pervengono. Ma io che conosco la religiosa disposizione dell'animo vostro, ardisco di numerarvi fra quelli.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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