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      Ne ha già prove autentiche di mia mano, e ne avrà anche maggiori quando la mia fisica attività potrà almeno in parte secondarmi. Mi compatisca intanto come veramente merito, e mai non cessi di credermi.
     
     
     
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      A SAVERIO MATTEI - NAPOLI
     
      Vienna 3 Agosto 1781.
     
      Oggi non parte la posta, ma io scrivo per previsione parendomi che i nervi della mia testa siano meno intrattabili del solito, e se m'inganno ricorrerò alle solite pause. Ricevo contemporaneamente il bellissimo Te Deum e la eruditissima dissertazione degna d'un gran giurisconsulto e d'un savio critico. Ditemi per carità, mio amatissimo don Saverio, di qual raro metallo è mai formata codesta vostra testa, che non conosce stanchezza, anzi raccoglie vigore dalla fatica sempre feconda produttrice di nuove, di grandi e di difficili imprese, e sempre felicemente eseguite? Io non ho dritto ad insidiarvi, non solo perché essendomi affrettato a nascere tanto prima di voi ho esatto dalla natura tutto quello che da lei sono stato autorizzato a pretendere, ma perché sono convinto che la portentosa vostra fecondità sia dono singolarissimo a cui non è lecito d'aspirare se non a voi. Continuate a farne il lodevole uso che voi ne fate: io continuerò a prevalermi del privilegio, e la verace amicizia mi concede d'aver sempre gran parte in tutto ciò che vi giova e vi onora, come sono i munifici segni coi quali fin dalla Spagna vi ha inviati quel Real donatore, e la giustezza del suo superior discernimento ed il pregio in cui tiene il distinto merito vostro.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





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