I miei poveri nervi, che sempre avean temuto unicamente il freddo, si sono scandalizzati a tal segno di questa strana irregolarità, che accrescendo i loro dolorosi stiramenti e tremori particolarmente nell'afflitta mia affaticata testa, mi hanno reso inabile a leggere e a scrivere e quasi a pensare, lasciandomi per altro sempre una esteriore apparenza di sufficiente salute che non solleva la mia tolleranza, ma mi scema una gran parte dell'altrui compatimento che pur troppo meriterei. In simile situazione mi ha spesso veduto l'amabilissimo signor conte Gaddi, e perciò vi ha date relazioni del mio stato di quelle, di cui io in buona coscienza posso vantarmi, più ridenti e felici. Io amo e stimo sommamente cotesto cavaliere ed ho qui infiniti rivali, onde godo che voi abbiate fatta la sua ed egli la vostra conoscenza con reciproco guadagno.
Dividete voi con la dovuta proporzione i miei ringraziamenti, rispetti e saluti alla degnissima signora marchesa Spada, a' signori abati Pignatelli e Valdivia, al nostro impareggiabile sempre errante Padre guardiano, al reverendissimo padre abate Mingarelli, e a quanti costì di me si ricordano: ed io mi farò in contraccambio il merito d'assicurar la signora contessa Figuerola e monsignor Perlas, come ho già data la consolazione alla indefessa signora Martines della obbligante vostra memoria. Voi continuate ostinatamente ad amarmi con tutti i miei cancherini, che non saran mai capaci di farmi dimenticare un sol momento di voi, e d'esser sempre il vostro fedelissimo.
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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1264 |
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