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      A GIUSEPPE AZZONI - SIENA
     
      Vienna 8 Gennaio 1782.
     
      La tenera effusione del vostro bel cuore che regna, mio caro padre maestro Azzoni, in tutta l'affettuosissima lettera del passato dicembre, è il più dolce e grato effetto dell'onore da me inaspettatamente ottenuto della visita del granduca delle Russie. Mi ha ricolmato di confusione non solo per l'elevato grado in cui la Provvidenza l'ha collocato, ma per le sue personali qualità che non ne avrebbero bisogno per renderlo adorabile. Non si possono spiegare l'umanità sua, la sua cura di obbligar chicchessia, e l'arte di farlo discendendo a noi senza che punto se ne risenta la sua dignità. La sua imperial consorte, con cui ho avuto la grazia di trattenermi lungo tempo, è ben degna di lui così per i pregi del corpo che della mente, e così l'un come l'altra ci han con tanto rincrescimento abbandonati, con quanto noi gli abbiamo perduti.
      La gazzetta vi dirà le magnificenze cesaree con le quali sono qui stati accolti e trattenuti, e con le quali non cessano ancora di essere accompagnati. E voi, mi dirà il mio caro padre maestro, non siete superbo d'un tal avvenimento? E chi non lo sarebbe? Lo son pur troppo, ma lo sarei più senza il timore che questo svegli in molti il prurito di esaminare quanto io l'abbia meritato; esame terribile al mio temperamento ed all'età mia, che ormai mi fa sentir troppo efficacemente il suo peso iscemandomi tutte le facoltà del corpo e dell'animo senza risparmiare il coraggio.
      Il mio padre Gazzaniga si lascia ingannare dal mio sembiante esteriore, che ancora si conserva soffribile quanto basta a defraudarmi della compassione di chi mi vede.


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Lettere
Parte seconda
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1264

   





Gennaio Azzoni Russie Provvidenza Gazzaniga